Gianpiero Perlasco - catalogo
In occasione della realizzazione del primo catalogo, un amico poeta,
Gianpiero Perlasco, scrive la presentazione delle opere.
L'incisione per lasciare un segno che diventa veicolo comunicativo capace di esprimere ciò che spesso l'indugio della parola non trasmette in modo rapido; un segno profondo, scolpito e creato con passione e precisione, vivo per chi lo produce e per chi lo recepisce. Una traccia impressa ponderando ogni minimo particolare, realizzata con estrema accuratezza, indubbiamente frutto di una intensa elaborazione, immaginata e scaturita da una continua ricerca, da un diretto rapporto con molteplici soggetti e la loro realtà.
Nella Piantà, dopo anni dedicati alla pittura, ha scoperto le tecniche dell'incisione, anzi come spesso lei stessa ama rimarcare “è l'incisione che mi ha cercata, con essa mi esprimo al meglio, riesco a comunicare in modo naturale; i segni sulle lastre sono le mie parole. Ogni opera nasce da una elevata concentrazione su ciò che desidero creare, studio l'immagine del soggetto imprimendola nella mente, quasi vedendola gradualmente comporsi in ogni sua sfaccettatura, poi decido la tecnica di incisione con la quale realizzarla; l'intento è quello di mutare le mie emozioni in segni che, nel loro incontro con le lastre, auspico diventino latori di altre sensazioni in chi le osserva”.
Quindi tramite “la parola del segno” Nella, con rara maestria, definisce le sue raffinate creazioni: volti, animali e oggetti sono raffigurati con toni a volte sfumati e lievi, a volte più marcati e profondi. In sostanza nasce un perfetto connubio tra ombre leggere e delicate e tratti accentuati e distinti.
Sicuramente i risultati da lei ottenuti con varie tecniche incisorie sono sorprendenti e testimoniano la sua predisposizione verso questa forma d'arte. Nei suoi lavori tecnica e creatività si fondono trasformando i segni in elementi densi di suggestione ed insieme vitali; si intuisce che ogni impronta fissata sulla lastra nasce da profonde riflessioni e pensieri che via via prendono forma diventando variegati mosaici carichi di espressività.
Maniera nera, acquaforte, acquatinta e ceramolle sono le tecniche nelle quali Nella si cimenta con trasporto e coinvolgimento; lo indicano le sue originalissime interpretazioni. Difficile non essere affascinati dalla completezza di ogni sua opera e, allo stesso tempo, dall'incedere dei suoi gesti di preparazione per ogni incisione. Meticolosità e attenzione, unite a fantasia, contribuiscono alla nascita di stampe che utilizzando un quasi scontato gioco di parole “lasciano il segno”.
Nella tecnica Maniera nera, di incisione diretta, durante il processo di granitura Nella usa il berceau con vigore creando una base di punti; successivamente l’azione decisa e sicura del brunitoio o del raschietto completano l'operazione; è osservando la stampa finale che si comprendono l'abilità e la genialità dell'artista.
Nelle opere riservate a questa tecnica ecco una serie di allettanti primi piani. Si notano sguardi dolci, sereni, stupiti, fieri o curiosi, variabili secondo il soggetto trattato, sia persona sia animale.
Da ammirare allora le splendide immagini che richiamano “L'agguato di Ellen”, fiera leonessa e “L'agguato di Max”, coccodrillo in attesa della preda, lo stupore dello scimpanzé “Orang”, la levità della fanciulla “Debby”, la dolcezza di “Benedikte”. Occhi che, pur proposti nel classico bianco e nero, ispirano colori vividi e lucenti; sguardi che lasciano in ogni caso trasparire in modo evidente gli stati d'animo delle figure rappresentate. Viva emozione suscitano, altresì, i visi delle preziose acqueforti e acquetinte; Nella ha dipinto per molti anni, ha padronanza del disegno ed i profili tracciati, uniti alle morsure praticate con perizia e ai continui ritocchi ottenuti con successivi bagni nell'acido, generano accattivanti rappresentazioni grafiche di forte impatto emotivo, a volte sorprendenti per lo stesso artista. I segni dell'acquaforte si completano con gli effetti pittorici scaturiti dalla laboriosità che richiede l'acquatinta. Lo testimoniano i visi incorniciati dalle pieghe di marcate rughe di personaggi come il “Vecchio” e il “Nomade” oppure il piglio che emana dallo sguardo del “Saggio” o ancora la serenità che trasmette l'espressione di “Carol”. Volti che Nella ha profondamente caratterizzato utilizzando la sua vena artistica congiuntamente ad indubbia sensibilità, oltre alle segnalate attitudini verso queste forme di linguaggio artistico.
La sua opera di costante indagine in questo complesso insieme di tecniche emerge in modo chiaro, ed è palpabile l’incessante minuziosità per tutti i dettagli di ogni sua composizione. Impegno che traspare nei copricapo di alcuni dei personaggi citati, tessuti che emanano la loro morbidezza tanto sono rappresentati così veraci. Notevole efficacia è pure presente in incisioni di oggetti o animali raggruppati; ogni insieme, sia le bottiglie in “Fine della festa” sia i leoni marini in “Banchisa”, o gli elefanti della “Savana” sono lì a significare un passaggio di vita che Nella ha arrestato per un solo istante e, per meglio contemplarli, li ha fissati sulla lastra, indi stampati ridonandogli calore.
Anche la poesia e l'armonia costituiscono il patrimonio artistico di Nella; aspetti rivelati in una serie di opere di insolita soavità come “Rocce di bosco”, “Alberi”, “Nespolo in inverno”; in questi pregiati lavori, seppure il messaggio di interpretazione sia immediato, l'osservatore può pensare all’alacrità dell’artista durante le varie fasi dei processi di incisione tesi a ricavare figure così compiute e avvolgenti, quasi d'incanto, un delicato omaggio alla natura. Se, come ama sottolineare Nella, “è l'incisione che mi ha cercata”, si è trattato sicuramente di un felice incontro, chissà se fortuito o atteso, al quale l'artista non si è sottratta dedicandosi a queste tecniche con passione, fantasia, sfruttando il suo talento, regalandoci “segni” spesso più eloquenti della parola.