Giulio Gasparotti - Mestre

Galleria "Luigi Sturzo" - Sala Sandro Braga -

Personale di Nella Piantà 16 - 28 novembre 2013

"luci di velluto". Mostra di incisioni

 

 

L'opera di un artista è sempre supportata da un'idea filosofica, la cui funzione non consiste solo nel suo sviluppo, ma nel concretizzarla oggettivamente, nel farla esistere, nel renderla visibile.

L'arte, in questo caso l'arte incisoria, è un'appercezione personale, cioè un atto di intendere con la mente e non i sensi una realtà esterna, che disegnata sulla lastra si organizza in tratti, in linee, in dimensioni spaziali e di inglobamelo. Il bianco-nero, o la maniera nera, suggeriscono il colore e tutte le sensazioni prodotte dalle forme nella profondità di una luce nera in grado di generare nuovi valori apparenti oltre i confini compositivi.

Si sviluppa un racconto e le forme agiscono da personaggi.

Chi guarda, vede uscire l'immagine, un animale, un gruppo di animali, un volto rugoso, un ritratto, una figura in piedi e seduta, ... Non allusioni e neanche illusioni. Ma figure concrete, intense, espressive che lasciano trasparire anche i loro misteri. Alcuni elementi ricorrenti si fanno scoprire come strutture nascenti e poi reggenti. Le angolazioni particolari riprendono la genesi del motivo che ricomincia sul foglio, tanto da sembrare pensieri sistemi visivi ordinati ed equilibrati, teoremi dimostrati su proposizioni consecutive.

Ricco rendo a Frenhofer, vissuto al tempo di Cèzanne: "... L'artista è colui che fissa e che rende accessibile agli uomini lo spettacolo di cui fanno parte senza vederlo". E Balzac completa: "...L'espressione non può essere solo la traduzione di un pensiero già chiaro, perché i pensieri chiari sono quelli già stati detti in noi stessi... in ogni caso verso l'idea di un logos infinito...".

Nei fogli, prevale la maniera nera, la tecnica si trasforma in una indagine di evidenti riconoscibilità, che custodisce la sua poetica ricca di spunti creativi, di valenze simboliche, di modalità di ricerca, di curiosità, di emotività regolate dai ritmi compositivi, nella dialettica e nel senso compiuto del suo operare.

Ogni composizione si caratterizza in un durevole trascorrere dell'immagine attraverso la sua grammatica, dal segno alle strutture, dai piani alla coniugazione della luce, dalla vitalità all'efficacia dell'inquadratura.

È uno scrigno che via via si apre per svelare una realtà altra nella stessa realtà (le scarpine colorate), dove le varie componenti diventano a loro volta protagoniste.

Il disegno si immerge con disinvoltura nei tenitori di luce e di ombra: la maniera nera non induca in tentazione. La linea e il gesto emergono, tanta è la familiarità che li unifica in tensione emotiva.

In definitiva, viene a crearsi uno straniamento che è l'essenza dell'immagine.

La sua è una ricerca continua che si trasforma in alfabeto grafico.

Mestre 16/11/2013

Giulio Gasparotti